L’uomo appena entrato nel bar notò quel ragazzino tredicenne che giocava a calcetto: “Ma tu chi sei? – gli chiese – chi è tuo papà?” Avuta la risposta esclamò: “Dunque tuo nonno è quello che alleva i piccioni, e allora tu sei Picc. Picc come piccione!” Fu così che nel 1952 Luigi “Gigi” Radice ebbe il soprannome di tutta una vita; ma ancora non sapeva quanto il suo cognome fosse ancora più importante: conteneva un messaggio, quasi una premonizione. A sedici anni, finite le scuole professionali, trovò lavoro come tornitore attrezzista in un’officina di metalli a Cucciago, il suo paese. Poi passò nella vicinissima Cantù in una fabbrica di mobili dove lavorava le parti tubolari metalliche e faceva il bronzista. La sera, nel seminterrato di casa, arrotondava con altri lavori: lucidatura, laccatura...continua